COME IL COVID HA CAMBIATO IL MERCATO DEL LAVORO

La diffusione del  COVID-19 prosegue il suo andamento nel mondo e nel nostro Paese con modalità imprevedibili nonostante le innumerevoli azioni di contenimento messe in atto da governi, aziende e cittadini. Il protrarsi della situazione emergenziale sta incidendo profondamente nel tessuto produttivo del Paese e nei consumi della popolazione.

Quali trasformazioni sta affrontando il mercato del lavoro in questo momento? 

L’emergenza Coronavirus ha imposto nuove modalità di selezione, formazione e impiego dei lavoratori. Aziende e candidati entrano in contatto sfruttando le risorse tecnologiche disponibili, i colloqui conoscitivi diventano video colloqui, i curriculum cartacei vengono affiancati ai video curriculum e il lavoro, per quanto possibile, si svolge da remoto. Lo smart working da fenomeno temporaneo sviluppatosi in maniera prepotente sulla scia dell’emergenza sanitaria,  si sta consolidando come modalità di lavoro alternativa e stabile. Dalla stima Istat relativa al grado di fattibilità delle varie professioni in modalità smart working,  si evince che circa 8,2 milioni di lavoratori, pari al 35,7% degli occupati, potrebbero svolgere  le proprie mansioni da casa. 

Individuare le nuove necessità e le figure professionali maggiormente richieste in questa fase significa per le aziende riorganizzare spazi e procedure mentre per i candidati equivale ad investire consapevolmente il proprio tempo in percorsi di formazione e riqualificazione professionale mirati come quelli proposti da Risorse.it.

Quali figure professionali conosceranno nel breve e medio termine una maggiore diffusione?

Alla luce dei dati finora disponibili è possibile per i candidati e i lavoratori orientare la propria formazione verso ambiti professionali in forte sviluppo; secondo i dati diffusi da Unioncamere stiamo assistendo alla crescita di tutte le attività legate alla cura della persona, alla logistica, alla pulizia e alla distribuzione di beni e  servizi.

Tra aprile e giugno 2020, secondo i dati raccolti da Unioncamere e Infocamere, sono state registrate circa 20000 nuove attività produttive: spiccano tra queste le attività di pulizia con un incremento di 5600 unità, seguite dalle attività di tatuaggi, giardinaggio, estetica, organizzazione di eventi, cura degli animali domestici e dog sitting.  

Tra le figure professionali maggiormente  richieste si trovano magazzinieri, scaffalisti, cassieri, addetti al marketing digitale e all’ e-commerce, addetti  al picking e alla gestione ordini, driver, operatori sanitari di ogni livello e assistenti all’infanzia.

Il mondo del lavoro asseconda i cambiamenti in atto nel tessuto sociale e le ragioni alla base della crescente richiesta di determinate figure professionali sono dettate proprio dall’andamento della pandemia.

Il Covid sta trasformando le abitudini dei consumatori orientandoli a scegliere i negozi online, con la conseguente diffusione di diverse professioni legate al digitale: addetti al marketing su piattaforme, Data Analyst e Data Scientist in grado di estrarre, comparare e analizzare grandi volumi di dati funzionali al raggiungimento degli obiettivi aziendali. 

La crescita del settore Logistica, strettamente collegata all’incremento del commercio online, sta determinando  l’introduzione di figure professionali preparate all’utilizzo delle tecnologie volte a gestire ordini, pianificare lo smistamento e la consegna dei beni.

Il Covid sta comportando una crescente richiesta delle professioni sanitarie e socio sanitarie. Oltre a medici e infermieri in prima linea nel contrasto alla pandemia, le figure professionali che avranno un ruolo chiave nel contrasto agli effetti del Covid troviamo psicologi, assistenti sociali, assistenti sanitari a domicilio e caregiver, operatori socio sanitari e tecnici impegnati a vario titolo nella diagnosi clinica.

Quali ambiti lavorativi sono maggiormente in difficoltà e quali settori cresceranno nel lungo termine?

Il mercato del lavoro si contrae in tutti quei settori che vivono e prosperano contando sulla presenza fisica dei consumatori. Il commercio al dettaglio non food, i servizi ricreativi, il travel retail e l’intero comparto turismo vivono un periodo di stasi di cui è difficile prevedere la durata. La ripresa, al termine di questa battaglia contro il Covid, coinvolgerà lentamente anche questi ambiti produttivi, mentre, attraverso l’impiego dei fondi europei  assegnati all’Italia, si prospetta una crescita esponenziale dei settori impegnati nei servizi dedicati all’innovazione digitale e nella realizzazione di infrastrutture.