La risposta che potremmo dare alla domanda che, un po’ ironicamente, dà il titolo a questo articolo, è in realtà molto breve e semplice: sì, l’Italia è il Paese dei protesti bancari. Cerchiamo di arricchire questa affermazione con qualche dato ulteriore.
Già nel 2006, e basandosi su indagini Istat, Il Sole 24 Ore riportava dati allarmanti sul numero di protesti che erano stati fatti registrare in Italia nel biennio precedente. Nello specifico, 1.668.879 nel 2004 e solo 8 mila in meno nel 2005, con cifre in generale aumento rispetto alle decadi precedenti.
E se i protesti di natura eminentemente bancaria rappresentavano “solo” un terzo del totale, diversa era la proporzione se si guardava alle cifre. Infatti oltre la metà del totale protestato in quel biennio proveniva da assegni bancari (con una media, se vogliamo spaccare il pelo, di circa 4.200 € per assegno).
Ancora in quegli anni era possibile stilare una sorta di “classifica” delle regioni più buone e più cattive, in base all’ammontare del totale prelevato a seguito di protesto. La Campania guidava il gruppo, seguita a stretto giro da Lombardia e Lazio. Il podio però risultava invertito se anziché l’ammontare del protesto si considerava il numero dei protesti, e in questo caso era il Lazio a guidare la classifica, a cui facevano seguito appunto Lombardia e Campania. Il numero elevato di protesti in Lazio e Sicilia fra da contraltare all’importo medio protestato, fra i più bassi d’Italia, mentre regioni globalmente più virtuose, come Valle D’Aosta e Veneto facevano registrare una media per protesto più salata (circa 8.000 € a protesto, quasi il doppio della media nazionale).
E oggi? A distanza di quasi quindi anni la situazione è lievemente variata, ma non così profondamente. La triade Lazio-Lombardia-Campania guida ancora – in quest’ordine – il carrozzone delle regioni in questa particolare classifica, con picchi di 33 mila protesti nella sola provincia di Roma (come si evince dalle richieste romane di prestiti a protestati), 20 mila in quella di Milano e 4 mila in quella di Napoli. Fra le realtà più virtuose, invece, si segnalano quelle delle provincie di La Spezia e Belluno, che nel 2017 hanno fatto registrare rispettivamente solo 18 e 25 assegni protestati.